L’Atrio e le sue trasformazioni
Nella prima fase della villa (50-30 a.C.) di fronte a voi c’era un atrio (circa 100 metri quadrati). Al centro dell’atrio, come spesso accadeva nelle ville romane, c’era una grande vasca di circa 40 metri quadrati (impluvium, purtroppo oggi poco visibile sotto l’ulivo alla vostra sinistra). Questa vasca serviva a raccogliere l’acqua piovana che proveniva dai tetti delle strutture vicine. L’atrio aveva solo la funzione di passaggio e di distribuzione agli altri ambienti della villa. Dall’atrio si passava al portico colonnato (peristilio) su cui si affacciavano le stanze destinate all’abitazione del proprietario.
Nel V secolo d.C. l’area dell’atrio subisce le ultime trasformazioni. L’impluvium viene smantellato e gli spazi vicini cambiano funzione. Viene creata una cucina con l’inserimento di un doliolum (piccolo contenitore per alimenti), un piccolo bacino (forse un lavatoio o una sorta di lavanderia) e una piccola cisterna. Tutti questi elementi sono ancora in parte visibili.
Fu costruita anche una grande sala basilicale dotata di riscaldamento e rivestimento in marmo. Pensiamo che fosse una sala di rappresentanza del dominus (parte dell’abside è ancora visibile sotto l’ulivo sulla destra). C’è un’ipotesi affascinante su questa sala (ma ancora da verificare): tra la fine del VII e il X secolo d.C. in quest’area fu istituito un cimitero. Il ritrovamento di circa 150 tombe nei pressi di questa struttura è da collegare alla trasformazione dell’aula basilicale in una chiesa parrocchiale forse dedicata ai Santi Pietro e Giovanni che compare in alcuni documenti medievali.
Proprio tra la fine del II secolo d.C. e l’inizio del III secolo, tra le varie trasformazioni della villa si annovera la creazione di un triclinio estivo con ninfeo che si affaccia sul giardino (poche tracce sono ancora visibili alle vostre spalle). Il triclinio o sala da pranzo era certamente un ambiente molto elegante, visto che sono stati ritrovati frammenti di pomice e conchiglie e mosaici in pasta vitrea.
La presenza di canali in questo spazio fa pensare alla presenza di piccole cascate certamente legate alla presenza del ninfeo. Il ninfeo era uno spazio spesso dotato di un’abside e di una nicchia collegata a una divinità. La piccola statua di Iside (visibile nel nostro museo) rinvenuta durante gli scavi del triclinio conferma questo legame e attesta la diffusione dei culti orientali nelle famiglie aristocratiche nel II e III secolo d.C.
Ascolta l’audio guida
L’Atrio e le sue trasformazioni (3:22)
L’audioguida è stata realizzata in collaborazione con UniTre Cecina A.P.S
Ringraziamo per la loro professionalità e generosità le due donne che hanno contribuito alla creazione di questi strumenti di comunicazione: Luisella Ragoni (Vice Presidente UniTre Cecina A.P.S.) e Sally Tunley (madrelingua e insegnante di inglese presso UniTre Cecina A.P.S.).